Il comune di Sammichele di Bari si estende su una zona pianeggiante del fiorente retroterra del barese. La prima frequentazione della zona risale all’età del bronzo, quando in località “Pentimone” si stabilì un importante insediamento, che cessò di vivere nelle epoche successive probabilmente perché gli abitanti si spostarono a Monte Sannace, rilevante centro peuceta. L’attuale paese venne fondato dal nobile mercante portoghese Michele Vaaz nel 1609. Il primo nucleo era formato da 87 abitazioni raccolte intorno alla torre Centuriona, il primo nucleo dell’odierno Castello Caracciolo.
Nel 1619 il paese fu ripopolato con famiglie di boscaioli e contadini provenienti dai paesi limitrofi e venne ribattezzato Casale San Michele. Il feudo venne governato dalla famiglia Caracciolo fino al 1806. La parte più antica di Sammichele di Bari è costituita dalle antiche abitazioni denominate “vignali”, monolocali in pietra con volta a botte, imbiancati a calce e ornati, spesso, da una vite sull’uscio. L’abitato conserva pregevoli testimonianze del passato: sulle facciate di alcuni edifici spiccano delle maschere apotropaiche realizzate da maestri scalpellini su pietra locale. Il territorio circostante è una ridente distesa di vigne, ulivi, ciliegi e mandorli.
Locali frantoi oleari provvedono alla molitura delle olive e alla produzione di olio d’oliva. Altra grande risorsa è il turismo enogastronomico, al quale contribuisce notevolmente la “zampina”, insaccato di carni miste preparato, cotto e degustato all’interno delle locali macellerie, le quali attirano numerose comitive di avventori durante tutta la settimana.
Sammichele è nota inoltre per le sue antiche tradizioni legate al Carnevale, con un fenomeno culturale che trova le sue radici nella tradizione popolare: i cosiddetti “festini”, serate danzanti con compagnie di maschere, regolamentate secondo un’antica disciplina.