Come in gran parte della Puglia, anche nella Terra dei trulli e di Barsento i muri a secco, chiamati localmente pareti, sono elementi di forte caratterizzazione del paesaggio. Delimitano le proprietà, le colture, separano i boschi dai pascoli, i seminativi dai frutteti, formano terrazzamenti lungo i pendii più scoscesi, suddividono il territorio visibile in una miriade di forme geometriche.
Sono strutture di divisione ma, al tempo stesso, anche di unificazione del paesaggio, che appare come preso in una sterminata rete le cui maglie a volte si allargano e a volte si infittiscono.
La presenza dei muri a secco è diretta espressione della natura geologica del suolo, quasi totalmente costituito da rocce calcaree fortemente fratturate in superficie. L’utilizzo della pietra calcarea come materiale da costruzione non rappresentava soltanto l’occasione di utilizzare un materiale facilmente disponibile sul posto, ma anche l’opportunità di collocare razionalmente la grande quantità di pietrame che veniva fuori nelle operazioni di dissodamento dei campi.
I muretti a secco svolgono anche un’importante funzione ambientale di mediazione tra aree naturali e coltivate, offrono rifugio ad una complessa comunità animale e vegetale, hanno la capacità di catturare l’umidità dell’aria fungendo da condensatori di rugiada, e forniscono ai loro colonizzatori una modesta disponibilità idrica anche nei periodi più caldi.
Tra le migliaia di chilometri di muri a secco presenti nel territorio della Terra dei Trulli e di Barsento, la struttura più interessante è certamente il cosiddetto Parietone del diavolo, la cui traccia si snoda nella campagna per chilometri, dai pressi del Santuario di Santa Maria della Scala, nel territorio di Noci, sino alla Masseria Soria, nel territorio di Gioia del Colle.